4 dicembre 2013: Georges Braque al Grand Palais di Parigi

Le mostre allestite al Grand Palais di Parigi non deludono mai. Questa è la mia esperienza negli ultimi anni. Sempre un gran numero di dipinti, e ben scelti; prestiti dai più importanti musei del mondo; a monte, una ricerca approfondita e lunga nel tempo; allestimenti perfetti.
Questa l’impressione ricevuta anche la settimana scorsa, quando abbiamo visitato nello stesso giorno al Grand Palais la mostra di Georges Braque e Félix Vallotton.
Braque esposto secondo un percorso cronologico, che preferisco sempre. Messe bene in luce, con molte opere, le diverse fasi, dal periodo fauve agli ultimi, struggenti paesaggi degli anni Cinquanta. Nel periodo fauve, Braque è fauve solo nel colore, perché la composizione risponde a un’intenzione di regolare geometria e le forme sono sempre circoscritte da marcata linea nera. Ben percepita in mostra l’influenza di Cézanne nel passaggio dai quadri fauve all’incipiente cubismo, anche nella stesura a tocchi. Lunga osservazione di due paesaggi, per vedere Cézanne dentro Braque: Paysage de la Ciotat (1907), New York, The Museum of Modern Art, e Le Viaduc de l’Estaque (1908), Parigi, Centre Pompidou. Cubi, triangoli, rettangoli, sfere. Pittore di testa più che di cuore. I quadri cubisti non emozionano, sorprendono. Ma presto stancano. Si sono stancati subito anche Braque e Picasso, finiti in un vicolo cieco. La liberazione inizia con le nature morte del cubismo sintetico, bellissime, con il ritorno di armonici campi di colore, dopo gli anni monocromi della pur variata gamma di bruni. Sino agli anni Venti un Braque sempre originale, davanti a tutti, anche nei collages. Poi subisce l’esuberante e ingombrante presenza di Picasso e Matisse, e un poco si perde. Mi sono perso anch’io nella sala della serie dei Bigliardi, anni Quaranta. Resta vero poeta e resta lui nelle nature morte con pesci e negli ultimi paesaggi bellissimi. Mostre come questa sono utili, perché impariamo, vediamo cose nuove, aggiorniamo i nostri giudizi, incontriamo un artista nella completezza dello svolgimento della sua vena creativa, della sua personalità.
Braque, pittore rimasto sempre di linea, non colorista, razionale, francese.

      

Les Poissons noirs, 1942, Parigi, Centre Pompidou.           La Carafe et les poissons, 1941, Parigi, Centre Pompidou.