19 gennaio 2015: Per un’etica della lettura

Quando uno arriva a 65 anni e vede che tutte le previsioni, più o meno utopiche o apocalittiche, che ha dovuto sorbire dai tempi della giovinezza, alle quali ha qualche volta ingenuamente prestato fede, non solo non si sono avverate ma che è avvenuto esattamente il contrario, deve dire basta, smettere di dedicare anche solo un minuto alla lettura di questa roba, bassa merce editoriale di autori egocentrici in cerca di effimera ribalta. C’è più senso di vita reale, più conoscenza degli uomini e del mondo, più futuro in un’operetta morale  di Leopardi, in un romanzo di Flaubert o in una scultura di Giacometti che non in tutta quella congerie di saggi pseudoantropologici e pseudofilosofici che invadono le librerie.