15 maggio 2013: Elogio della lettura lenta

Colle della Maresana. Nella lettura serve procedere con la stessa lentezza, partecipazione e cooperante fantasia che prestiamo nella osservazione di un quadro, se vogliamo sentire la bellezza e il valore di ogni parola, di ogni frase, e poi dell’insieme. Parlo della lettura di grandi autori come della contemplazione di grandi artisti. È sorprendente il vantaggio spirituale che ricaviamo da questo spaziare lento e disinteressato tra testi e dipinti. Sto ora rileggendo nel Nievo (Le confessioni di un italiano), con la dovuta lentezza, la bella descrizione della campagna che circonda il castello di Fratta, e ne colgo, quasi contemplando ogni parola, tutte le sfumature, la pertinente aggettivazione, il sentimento, la vaghezza (Leopardi), frutto non di astrattezze o di ridondanze retoriche ma di immaginazioni concrete, di notazioni individuate, di esattezza (Calvino, Lezioni americane). Nella mente associo a questa incantata descrizione del Nievo il ricordo del poetico, rustico paesaggio con case e mulino che compare nella pala dell’Assunta di Lorenzo Lotto ad Asolo. Confronto le peculiarità espressive di ciascuna delle due arti, letteratura e pittura.

Nel Nievo (Milano, Mondadori, 1997, p. 117) l’espressione metaforica «magistero della luce»: vale per ogni linguaggio poetico, ed è già essa stessa poesia.