5 settembre 2013: Elogio delle storie locali

Finalmente ho trovato il tempo per leggere le pagine che più mi interessano del volume Dal passato di Salorno di Vigilio Mattevi, pubblicato nel 2004 dall’Amministrazione Comunale di Salurn (Salorno, Provincia Autonoma di Bolzano).
Il volume mi è stato gentilmente donato lo scorso mese di luglio, quando ho sostato per un’intera giornata nella caratteristica e deliziosa località sudtirolese nel viaggio da Trento a Tramin (Termeno), lungo la strada provinciale.
Motivo del viaggio era conoscere e visitare i borghi, rivelatisi di grande fascino storico, urbanistico e architettonico, che in antico si incontravano lungo la via che collegava l’Italia all’Austria e alla Germania:  Lavìs, San Michele all’Adige, Salurn, Neumarkt (Egna), borghi che oggi non si vedono più se si percorre, come d’ordinario, l’Autostrada del Brennero.
Il mio interesse per le antiche vie di comunicazione, e per i borghi che vi si incontrano, scrigni di memoria e di cultura, tanto ricchi quanto negletti dal turismo di massa, è nato lo scorso anno con la ricerca su Guglielmo Grataroli, compilatore nel 1561 di una guida per viaggiatori, di cui ho scritto in questo Diario sotto le date 30 giugno 2012 e 7 luglio 2013.
Frutto di quell’interesse e degli studi che l’hanno accompagnato sono due saggi, pubblicati su questo sito: 1. Come viaggiare e rimanere sani, quali itinerari percorrere per passare le Alpi e l’Appennino: la guida del medico bergamasco Guglielmo Grataroli pubblicata a Basilea nel 1561 (settembre 2012); 2. Per una storia delle vie di comunicazione in Età moderna: itinerari per raggiungere Bergamo tra Cinquecento e Seicento (luglio 2013).
Dalle fonti consultate per l’annotazione dell’itinerario proposto da Grataroli, Basilea-Roma, avevo appreso che Salurn, fin dal periodo altomedievale, era stata una località di un certo rilievo sulla direttrice Nord-Sud. Ora Vigilio Mattevi dedica molte pagine del suo volume a illustrare l’importanza storica della località, che era sosta di tappa in età medievale e moderna per mercanti e viaggiatori, importanza dovuta al locale ponte di legno sull’Adige che collegava la via Trento-Bolzano-Brennero alla via che da Tramin, sul versante occidentale della Valle dell’Adige, portava alla Val Venosta e quindi al Reschenpass (Passo di Resia) oppure ai Grigioni (Svizzara) per l’Ofenpass (Pass del Fuorn, Passo del Forno). Connesso al ponte vi era il “porto”, stazione di dazio e di ricovero delle merci. L’Autore analizza le modalità di gestione e di manutenzione del ponte, del porto e delle strade; i privilegi comunali circa il trasporto e il dazio delle merci; la proprietà, la conduzione, la clientela delle numerose locande che sorgevano lungo la strada “postale” che attraversava il villaggio. Quanto scrive è supportato da una pertinente documentazione archivistica e da opportuni riferimenti bibliografici. Il ricercatore trae da queste pagine informazioni su aspetti di notevole interesse per lo studio delle antiche vie di comunicazione, quali l’attraversamento dei fiumi, le stazioni daziarie, le caratteristiche dei “porti” fluviali, informazioni che, così precise e particolareggiate, raramente leggiamo nelle opere di carattere generale. Mi sento quindi in obbligo, lette queste pagine, che per me sono state istruttive nel capire non solo la realtà di Salurn ma anche di altre località  nelle quali ricorrono analoghe condizioni ambientali e istituzionali, di fare l’elogio delle storie locali, spesso guardate, a torto, con distaccata sufficienza dagli storici accademici. Naturalmente voglio elogiare storie locali come questa di Mattevi, ispirate non da una acritica agiografia municipalistica, nel qual caso non servono a nulla, ma finalizzate a recare analisi approfondite, documentate, cronologicamente circoscritte, di determinati ambiti della storia sociale di una comunità locale.

                 

Salurn, locanda Alla Corona d’Oro                 Salurn, locanda Al Cavallino Bianco