10 febbraio 2014: Carta contro pixel

Sul numero della rivista “Le Scienze” di gennaio 2014 compare un interessante articolo di Ferris Jabr: “Carta contro pixel”; sottotitolo:  “Il successo di e-reader e tablet cresce con i progressi della tecnologia, ma leggere su carta offre ancora alcuni indiscutibili vantaggi”.
Negli ultimi vent’anni, vari studi hanno dimostrato che le persone comprendono e memorizzano meglio quello che leggono su carta rispetto a quello che leggono su schermo. Sondaggi condotti presso studenti di varie università, quindi giovani lettori, confermano che anche i “nativi digitali” quando devono concentrarsi su un testo preferiscono leggerlo su supporto cartaceo.
Quali le ragioni della preferenza accordata al libro cartaceo in base a questi studi e sondaggi?
1. Se fatta su schermo, la lettura di un testo lungo comporta più fatica e stanca più in fretta (chi ha esperienza di lettura a video conosce bene cause ed effetti di questa fatica). 2. La predisposizione mentale all’apprendimento e alla concentrazione è maggiore in chi si pone davanti al libro cartaceo rispetto a chi si pone davanti a un computer o a un tablet. Le indagini condotte negli ultimi anni han fatto emergere che la maggioranza dei lettori, di ogni età (ci sono anch’io e molto probabilmente anche voi), reperito un testo on line, se vuole leggerlo e non semplicemente scorrerlo preferisce stamparlo 3. Il libro cartaceo favorisce la percezione del testo nella sua interezza e fisicità, come una specie di paesaggio materiale. I libri cartacei hanno una topografia più chiara dei testi su schermo; ed è questa topografia che aiuta a memorizzare il testo, associandolo a un “luogo”, a una sua posizione in uno spazio preciso: pagina, in alto, a metà, in basso, all’inizio, alla fine ecc., cosa che difficilmente avviene con un testo che “scorre” a video. L’antica arte della memoria ha sempre cercato di fissare i ricordi attraverso la tecnica di imprimere nella memoria “luoghi” e “immagini”. 4. Gli aspetti sensoriali della lettura (visivi, tattili, anche olfattivi ecc.) sono stati evidenziati da tutte le indagini più di quanto ci si potrebbe aspettare: i libri hanno una dimensione, una forma e un peso che li rendono subito riconoscibili e che ci rassicurano dell’esistenza “fisica” del testo. 5. Il più grande punto di forza del libo cartaceo resta la sua semplicità. Il libro cartaceo, per come è mirabilmente congegnato, è un oggetto che ha dimostrato nei secoli una straordinaria adattabilità ad ogni tipologia di testi e di lettori.
Il notevole e incessante impegno dei progettisti informatici per rendere l’esperienza della lettura su e-reader o tablet il più vicino possibile a quella della lettura su carta è una prova indiretta della costante preferenza accordata ancora oggi dai lettori al libro cartaceo.

Può darsi che tra una generazione o due, col mutare delle abitudini e col radicarsi delle pratiche nuove di lettura, ulteriormente favorite dai progressi della tecnologia, si vada inesorabilmente verso condizioni diverse. Per il momento faccio le seguenti considerazioni.
La Rete offre oggi una vastissima gamma di possibilità, di cui ogni lettore, a seconda dei suoi interessi e delle sue esigenze, non può che trarre grandi vantaggi: ricerca e raccolta di informazioni di ogni tipo, accesso in tempi brevi a una variegata tipologia di strumenti di informazione libraria: cataloghi, bibliografie, indici, glossari, lessici, enciclopedie, recensioni ecc.; possibilità di ricerche intertestuali; accesso a milioni di libri, con la pubblicazione da parte delle grandi biblioteche nazionali di collezioni interamente digitalizzate. L’anno scorso ho lavorato al saggio sull’opera di Guglielmo Grataroli, De regimine iter agentium (1561), pubblicato poi su questo sito, trovando in Rete i testi del XVI secolo che mi servivano, come in Rete ho trovato molti saggi usciti anni addietro su riviste; sino a qualche anno fa, per compiere questa stessa ricerca avrei dovuto visitare le biblioteche di Monaco, di Basilea, di Parigi, impiegandovi molto più tempo e soprattutto molto più denaro, in viaggi, microfilm, fotocopie. I motori di ricerca, sempre più raffinati, ci consentono di raggiungere informazioni, documenti, testi su un particolare tema, soggetto, ecc. con una velocità, un’ampiezza di raggio, una copertura impensabili con i tradizionali strumenti bibliografici. Per arrivare a documenti che siano poi veramente utili, seri, attendibili, dobbiamo munirci di una buona bussola, che ci aiuti ad essere navigatori critici nel grande mare dell’informazione che è la Rete. Essere navigatori critici o no dipende dalla formazione scolastica e universitaria che abbiamo ricevuta (ma la scuola insegna il metodo di navigare in Rete?), dalle conoscenze già acquisite, dalle letture già fatte, dall’esperienza, soprattutto dalla chiara ed esatta definizione dell’obiettivo che vogliamo raggiungere col nostro lavoro intellettuale.
La Rete favorisce lo scambio delle informazioni, la condivisione delle nostre ricerche e dei risultati conseguiti. Io stesso ho creato questo sito con lo scopo di mettere a disposizione di lettori, pochi o molti che siano non mi interessa, saggi, recensioni, considerazioni, segnalazioni, note di lettura. Non escludo che ci giochi un pizzico di vanità, ma un qualche autocompiacimento è in ogni forma di comunicazione umana, non è esclusivo di chi pubblica in Rete. Badiamo a quello che possiamo ricavare di utile e di piacevole per noi e per gli altri (Marco Aime – Anna Cossetta, Il dono al tempo di Internet, Einaudi 2010).
La forma del libro cartaceo, in tutte le sue tipologie, dalla dispensa al raccoglitore al libro rilegato ecc, resta oggi quella cui preferibilmente ricorriamo per una lettura di un testo lungo, che vogliamo analizzare ed approfondire. Non serve tuttavia a nulla contrapporre il libro cartaceo al libro elettronico. Lasciamoci guidare dal principio che prioritario è sempre e solo il testo. Le forme con le quali il testo viene offerto sono mutate nel tempo e continueranno a mutare in futuro. In questo particolare momento storico ci viene chiesto di comportarci nelle nostre pratiche di lettura con molta flessibilità e con opportuna adattabilità a una varietà di forme con le quali i testi sono oggi resi disponibili. Non siamo esclusivi di una sola forma: faremmo un torto alla nostra intelligenza e ai testi medesimi. Qualunque siano le nostre esigenze, le nostre ricerche, prescindendo da quanto ci è più utile e più piacevole, impariamo a convivere con tutta la strumentazione libraria che il nostro tempo meravigliosamente ci offre, dal quadernetto degli appunti (è sempre bene mantenere la pratica della scrittura a mano) al tablet, dal libro cartaceo all’e-book, non perdendo mai di mira che l’obiettivo è l’incontro di un autore e di un testo che sappiamo utile per il nostro arricchimento spirituale, o lo studio di un particolare oggetto del sapere. La bontà e l’efficacia dei mezzi usati sono stabilite non a priori, ma solo a posteriori dal grado qualitativo del raggiungimento dell’obiettivo.