27 agosto 2013: Alla Pinacoteca di Varallo Sesia

Festa di s. Monica. Il mattino presto lettura del Libro IX delle Confessioni di s. Agostino, che è il più bello e il più commovente. Il pomeriggio partenza per Alagna, dove staremo due giorni col proposito di compiere escursioni intorno al Gruppo del Rosa.
Mentre percorriamo l’autostrada che attraversa la campagna novarese, abbracciamo con lo sguardo gran parte dell’arco alpino occidentale, dal Monviso alle Alpi lombarde. Ci divertiamo a ricordare le nozioni geografiche apprese alle Elementari, quando le nostre severe maestre, sia loro eterna gratitudine, ci obbligavano a mandare a memoria i nomi delle montagne, dei fiumi, dei laghi, dei mari, dei golfi, delle città della nostra Italia. – Allora, Orazio, partendo da Ovest, come si dividono le Alpi? -. – Alpi Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine…-.
Sosta alla Pinacoteca di Varallo per ammirare Tanzio. S. Francesco riceve le stimmate, 1616-17, il paesaggio sulla destra, in una luce monocrama di verdazzurro, pare uno scorcio dell’alta Valsesia; Madonna col Bambino, s. Carlo e s. Francesco, secondo quarto del Seicento, un s. Carlo originale nelle fattezze e nell’espressione; S. Rocco con devoti, 1631, bellissimo, lo confronto nella memoria col Cavagna, rivisto pochi giorni fa, che nel suo S. Rocco e i confratelli mi pare più naturale; S. Antonio da Padova, prima del 1616, un adolescente dallo sguardo dolce e intelligente, occhi grandi e castani che spiegano “letizia per pupilla viva”, colorito acceso, l’amato libro stretto al cuore, una soffusa luce ambrata. Secondo la tradizione il quindicenne Antonio, desideroso di silenzio, di preghiera e di studio, si ritira nel convento agostiniano di S. Vincenzo alla periferia di Lisbona tra la sorpresa dei familiari e degli amici: Tanzio lo veste già del saio francescano in ossequio a quello che sarà il futuro del giovane Antonio. Davide con la testa di Golia, 1623-25, straordinario, giovane gagliardo e fiero; altro Davide con la testa di Golia, 1617-14, meno bello. Della giovanile Crocifissione di Gaudenzio Ferrari, 1498-1501, colpisce la luce che modella il corpo di Cristo, bianco come un’ostia. Quando vidi Il Sacrificio di Isacco di Camillo Procaccini alla mostra di Rancate del 2007 non mi era sembrato gran cosa; oggi invece abbiamo apprezzato l’armonia cromatica della tela e molto la testa di Isacco coi lunghi riccioli biondi, il volto smarrito. Piaciuto moltissimo il polittico del Maestro della Cappella di S. Margherita a Crea.
Prima di ripartire per Alagna visita della Chiesa di S. Maria delle Grazie. Alla visione delle Storie della Passione di Gaudenzio Ferrari si accompagna, gradito contrappunto, il canto soave delle suore in adorazione eucaristica. Affiora alla mente la lettura del mattino: «voces illae influebant auribus meis et eliquabatur veritas in cor meum et exaestuabat inde affectus pietatis» (Conf. IX, 6,14). Canto, verità, amore. Un’aura santa nella Chiesa. Quando si vede arte con queste condizioni di spirito e in questo connaturato ambiente, come non dare ragione a Jean Clair? Anche se a volte esagera.

Tanzio da Varallo, Sant’Antonio da Padova adolescente